I miei libri e recensioni

Premiato dal Maestro Hafez Haidar, Premio Intercontinentale "Le nove muse" (VE), Menzione d'Onore (Saggio: "Valent, Borges, Dalì, Lynch") e "Il canto di Dafne", 3° premio (Saggio: "Armonie disarmoniche")
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AFORISMI ESISTENZIALI: vita e morte, amore, arte, pianoforte


Raccolta di aforismi in merito alle problematiche esistenziali dell'uomo.
Muovendo, come premesse, dalla presa di coscienza della morte, l'autore propone un percorso catartico: l'uomo può sublimare la morte, attraverso amore, arte e pianoforte.

Recensione 1
"Si comprende, in particolare, quanto gli aforismi di Chiesa possano costituire un potente antidoto al nichilismo della cultura contemporanea: egli restituisce infatti alle passioni e alle attività umane quel significato e quel valore che filosofi come Heidegger.  Jaspers, Sartre, e altri contemporanei, hanno negato, dichiarando una sorta di indeterminatezza dell'esistenza umana e privando in tal modo l'uomo del senso e della certezza della propria vita".

Cristiana Vettori, tratto dalla Prefazione

Parigi: un amore travolgente


Romanzo scritto sotto forma di diario introspettivo e narrato in prima persona, per esprimere sensazioni ed esperienze significative, in quanto passionali. L'amore per 3 donne, la totale fusione con la musica del pianoforte e la magnificenza dell'arte sono ciò che meglio descrive e caratterizza questo libro.
Recensione 1
"Un amore, che trova nel proprio Esprit, dell'affascinante Ville Lumiere, la sua aura perfetta. È storia avvincente, per l'amore che ci propone, in tempi, nei quali, sembra non esserci più sentimenti veri".

Lia Bronzi, Presidente Emerito della Camerata dei poeti di Firenze
Recensione 1
(Estratto dalla Prefazione)
"Tutto un insieme di luci ed ombre come vortice e mulinello, nella liquidità della vita, dove l’archetipo femminile, della madre e della terra, sono simbolo di vita che replica la stessa vita, nella tenerezza del fluire dei versi."

Lia Bronzi, Presidente Emerito della Camerata dei poeti di Firenze
Recensione 1
"Un viaggio, quello che ci fa percorrere Stefano Chiesa, che va dal contrasto alla coesione di opposti che esistono tra sogno e realtà. A partire dalla psicoanalisi che vede il sogno come simbolico o riconducibile a una realtà esterna o interna, e quindi già "compossibile", il libro si sposta all'Arte e al Cinema fin dove, con Lynch, il vero e il falso si mescolano in una fisiologica sovversione. La tesi del libro è che il familiare e l'estraneo confliggono, ma come scrive Doná (pag 73), sono una coincidentia oppositorium. Realtà esteriore e interiore si ricongiungono, potrei aggiungere io,​ come nella realtà esperienziale. Chiesa parla di una "indecidibilità tra veglia e sogno" (come la psicoanalisi postfreudiana con Bion ha individuato nella Reverie uno stato sognante sia notturno che diurno, importante per la costruzione della mente, per intuire e costruire il senso, rendere conscio l'inconscio e viceversa, integrando mondo esterno e mondo interno). Anche la scrittura in Chiesa è sia lineare che circolare, sia lucida che fascinosa, sia realistica che evocativa, aiutandoci a vivere questo mondo di compossibilità in termini sensoriali e percettivi. Studiando la compossibilità degli opposti, Chiesa affronta il sogno (come la follia e la morte in Valent) come maggiore stato in cui questa si realizza. Proprio nel sogno, da lui analizzato con le teorie di Freud e Matte Blanco, anziché essere tutto "possibile", tutto è "compossibile" (per Freud è simbolizzato, per Matte Blanco è bi-logico) perché il soggetto si disperde nella non unitarietà, e non si può parlare di non senso ma di un "senso altro" (p.86). Concludendo con derive anche storiche e sociologiche, considerando la frammentarietà dell'Io nel '900, espressa nei film di David Lynch, dove il tempo é sfalsato e il familiare diventa estraneo e perturbante, Stefano Chiesa ripropone una compossibilità di mondi diversi nell'uomo, e merito del libro è evocare non solo con paradigmi psicoanalitici e filosofici, ma filmici, artistici e letterari, (Borges, Dalí, Buñuel), le "numerose ermeneutiche racchiuse all'interno di ciascuno "(p.83). Il viaggio si conclude con l'asserzione di una "logica periec-ontologica che tutto abbraccia", dove "l'errore sarà incluso nella verità" poiché ogni mondo è interrelato e aumenta il senso; così come nell'introduzione (p.11) l'Autore aveva anticipato col pensiero del filosofo Valent che la Verità ospita l'errore, poiché "il senso è inclusivo [. .] è ospitale e materno" - frase che ho amato e conosciuto con Chiesa. Si conclude cosi un viaggio circolare, che prosegue e ci lancia verso​ gli infiniti orizzonti di senso, avvisandoci della profondità e della multidimensionalitá del reale".

Sandra Maccioni​ Psicoanalista SIPsIA, SIEFPP
Recensione 1
"Il libro è decisamente complesso, di non facile lettura. Io amo sia la musica che la filosofia, ma questo libro non prende una direzione prevalente. O meglio, forse parla più di filosofia che di musica (la "Sonata" praticamente occupa molta dell'analisi musicale). Anche la prima volta che ho letto il libro ho avuto questa impressione: l'autore ha una notevole cultura e, per questo, gli faccio tantissimi complimenti. Ma il lettore "medio" chi è? Un musicista o un amante della filosofia? È un libro complesso, di valore. Mi piacerebbe parlarne con altri lettori."

Cecilia Ferreri, Avvocato e pianista concertista
Recensione 1
Nota critica

"Spesso l'aforisma riesce a portare all'attenzione del lettore, in modo sintetico, concetti elevati che altrimenti sarebbero difficilmente comunicabili. Lo scrittore Stefano Chiesa lo fa in modo eccellente, facendo comprendere il legame stretto esistente tra musica del pianoforte e filosofia, così come si evince dal fluire dei concetti altamente acculturati ed elevati. I filosofi citati sono quello che evidenziano, con i loro concetti, questi assiomi tra i quali citiamo: "musica magistra mortis" e "in interiore homine habitat musica."

Lia Bronzi, Presidente Emerito della Camerata dei Poeti di Firenze

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